domenica 22 novembre 2015

Dear Santa - Christmas wishlist 2015




È metà Novembre, inizia a far freddo, ma non troppo, le foglie continuano a cadere e alle 6 è così buio che mi metterei volentieri il pigiama. Ma agli inglesi tutto ciò non interessa, è irrilevante. Le stagioni? Una sciocca invenzione che fa perdere di vista le vere priorità della vita. Il ragionamento è semplice:


Post Halloween = Natale

Logico non vi pare? Dalla zucca alle palle di neve è un battito di ciglia o poco più.
E allora via che le strade, i negozi, perfino la caffetteria dell'università iniziano a profumare di zenzero e cannella e le strade sono piene di lucine materializzatesi dal niente. Loro sono convinti, sereni e io e la mia carta di credito triste e sconsolata, iniziamo a girare per i negozi con gli occhi lucidi ("Anche le carte di credito hanno gli occhi"- un film di Marjorie). 


Una volta presa parte alla psicosi generale, all'urlo di Oh-Oh-Oh, mi lancio alla ricerca dei perfetti regali di Natale. Il problema però è che più esco, più vago nei meandri di negozi e negozietti, più trovo cose che piacciono a me. Non per gli altri, per me. Ed è subito dramma perché, purtroppo non sono dotata di speciali poteri psichici per mandare messaggi mentali ad amici e parenti e, pensandoci, la letterina a Babbo Natale risolveva un'infinità di problemi. Linee guida per chi doveva fare i regali e soddisfazione di trovare sotto l'albero, qualcosa che si era visto in giro per tanto tempo. Per me, solitamente era una Barbie, ça va sans dir. 



E così visto che è il mio periodo dell'anno preferito e io mi trovo da sola sui libri di Patofisiologia e Genetica, ho deciso di concedermi 5 minuti di sogni ad occhi aperti e di buttare giù una lista di cose che mi piacerebbe tanto, ma tanto, trovare il 25 mattina.

Fatta esclusione per gli intramontabili And Other StoriesAtelier VM Urban Outfitters, dai quali mi basterebbe scegliere qualsiasi cosa, anche bendata, una manciata di cose da forma alla mia personale letterina a Babbo Natale, 21 years old edition.

1) Make-up. Ḕ semplice: bei trucchi. Ombretti matt o leggermente brillanti, rossetti scuri ed eleganti, cosmetici belli e duraturi per farmi sentire come le fashion blogger. Nonostante passi metà del mio tempo a girellare per negozi e bancarelle, resto sempre una squattrinata e la maggior parte delle volte al reparto make-up si tratta di "Guardare ma non toccare". E così i miei trucchi scarseggiano e trovarne sotto l'albero sarebbe una visione celestiale...tanto per rimanere in tema. Le pallette Too Faced o Urban Decay, smalti Chanel e eyeliner più precisi del fucile di un cecchino, tutti sogni proibiti




2) Scarpe. No, non parlo di scarpe da tacco 12 da Barbie Modella. Scarpe da ginnastica. Semplici, pure, da mettere sempre. Ormai le mie Vans slip-on nere sono reduci da un anno di intensa attività, tra viaggi, piogge inglesi e sabbia spagnola e le loro ferite di guerra sono evidenti (un modo fine ed elegante per dire che hanno i buchi). Bianche o nere che siano, basta che siano resistenti, perché l'Inghilterra non perdona e mi è stato già preannunciato che "This is gonna be the coldest winter in 20 years".

...Ottimo direi.


3) Cover per il telefono. Questo è più un vizio che una necessità, ovviamente, ma le mie fissazioni, come detto un po' di tempo fa, sono molteplici e innumerevoli. E la mia attuale cover con la casetta di Up si sta scolorendo oramai, è tempo di qualcosa di più adatto al all'occasione. Ed è qui che entra in azione Amazon. 






Adorabili.

4) Un cappello Fedora. Non importa la marca, il costo, potrei anche adattarmi ai colori, ma vorrei tanto, tanto, tantissimo un cappello del genere. Chi mi conosce di persona sa del mio amore per i cappelli. Beanie, a tesa larga, stretta, bombette, cono veletta o senza, dei colori più disparati. Ma un cappello Fedora, il classico ed intramontabile cappello a tesa larga e rigida manca nella mia immensa collezione.


E poi diciamocelo, fa sembrare tutte particolarmente fighe.


 



5) Per finire, un bel pigiama. Uno di quei pigiami dal taglio un po' maschile, con una camicia morbida e pantaloni, lunghi o corti che siano. Soffice e carino, che mi permetta di defenestrare quei vecchi pigiami con porcellini e cuoricini e mi faccia finalmente sembrare una donna di 21 anni. Che poi tecnicamente è quello che sono.

M

lunedì 9 novembre 2015

Anche io ho ceduto ad Instagram




Non pensavo sarebbe successo, pensavo sarei stata forte, che il male non mi avrebbe presa e trascinata nell'oblio...
Non pensavo neanche che sarebbe successo che i filtri, i contrasti, i colori avrebbero allungato le loro grinfie su di me, e invece...
E invece è successo che  i colori, i panorami, gli scorci e gli angoli del nuovo quartiere in cui vivo mi abbiano convinta, mi abbiano plagiata. Ed è un attimo che inizi a guardarti intorno, con fame di tramonti, paesaggi, cappuccini, outfits e hashtag. È un attimo che cerchi di mantenere una pagina Instagram pulita e ordinata e ti ritrovi con i like dal Sud America. Un attimo e le tue forze vengono meno. 




È così che sul finire del 2015 anche io sono entrata nel mondo di Instagram, che mi è stato antipatico per lungo tempo, con quelle fashion blogger con foto bellissime, con il vento tra i capelli e squadroni per trucco e parrucco che hanno suscitato in me sempre invidia massima. Ma adesso ci sono anche io e mi diverto tantissimo a trovare le inquadrature giuste per cose magari assolutamente banali, ma che vorrei assolutamente far vedere a tutti. E quindi si aprano le danze, squillino le trombe e datemi in mano un telefono, che devo instagrammare quelle foglie, quei prati, persino quella cacca di piccione se mi gira bene. L'importante è che sia in tono con tutte le altre, che sembri una coreografia di immagini, un tripudio di colori! 



Per di più che ho iniziato a fare foto impegnandomici davvero, da anni, da quando avevo 14 anni, quindi uno strumento in più doveva essere provato. Dovevo avere la rivincita su quelle ore sulla macchina con il rullino da stampare, avere un assaggio di quel dolce mondo di pixel filtrati. Tutto questo inutile post per auto-concedermi un Benvenuto nell'inferno degli hashtag e liberare la mente dal fatto che dovrei scrivere 2000 parole sugli animali geneticamente modificati e invece no, Slark, Mayfair, Valencia e Clarendon dovevano avere la precedenza.

Anche se la consegna è fissata tra due lunedì. 
Anche se ne va del 50% di un intero modulo.
Anche se domani piangerò per tutto questo.

...adesso però vado ad instagrammare la cena.

M