lunedì 23 maggio 2016

Io e le mie Ossessioni pt. 3



Storia di una bambina alternativa.

Once upon a time, c'era una bambina. La bambina era iperattiva, con gli occhi azzurri, sognava di fare la ballerina e amava giocare con le Barbie. No, anzi, viverci. Perché Barbie è maestra di vita, non giocattolo. 1000 lavori e indipendenza. La bambina era sempre allegra, camminava sempre scalza, voleva mangiare solo gelato e uscire di casa vestita come una scappata dal manicomio. Una bambina normale, più o meno. 

Una bambina un po' hipster se vogliamo dirla tutta. Perché mentre tutte le altre andavano a
Un riassunto in breve di quello in cui mi sto trasformando.
scuola con la tuta, amavano il rosa e Hello Kitty, la bambina voleva distinguersi, non omologarsi e spiccare per individualità. Se alle bambine piaceva il rosa, lei amava il giallo. Non perché le piacesse effettivamente di più. Lei voleva amare il giallo, perché era un colore "diverso", sottovalutato e non considerato dagli altri. Lei andava all'asilo con la treccia, i vestiti con le maniche a sbuffo e i fiocchi in testa che mamma le metteva e che lei fingeva di odiare. Vestita da damina, alternava le barbie ai giochi con i maschi, al calcio e alle macchinine. Una Lady Oscar dei poveri, per sua volontà e non di un genitore.

Purtroppo o per fortuna la bambina è cresciuta, ha lasciato i vestiti a sbuffo per i jeans, ma non i fiocchi, non la mania di essere diversa. Le altre bambine sono cresciute  ed hanno iniziato a non avere un "colore preferito", a capire che c'è un limite a tutto, soprattutto all'infanzia. La bambina però è diventata ragazza e ha iniziato a formarsi come persona seria mantenendo la sua anima infantile. La stessa anima infantile che, sommersa dagli anni di repressione hipster adesso ha scavato ed è ri-uscita in tutta la sua prepotenza.

È iniziata per lei la stagione del rosa, delle gonne e delle velette, per sentirsi bene e non nascondere il fatto che le sarebbe piaciuto vivere nel passato, come in un film di Woody Allen. Di ossessione sempre si parla, ma più precisamente di ribellione a se stessi e all'auto imposizione di essere qualcosa. Cambio di armadio e circondario. Non più amore clandestino, ma storia degna de "I Promessi sposi". E così il mio piano di ridurre il mio armadio a pochi colori base ha subito un clamoroso colpo da parte dell'ultima gonna rosa di New Look e dai top "fru-fru" con le rouches. Lo stile minimal è stato preso a calci dal mio beanie rosa Stabilo e dai plurimi cappelli velati. Con l'influsso dei mercatini e dei negozi che curano le mie ferite di studentessa lontana da casa.

 
Ho comprato un cappello da Hostess e probabilmente mai lo rimetterò, ma diamine quanto è meraviglioso.


M.